Nel secondo articolo della trilogia del senso di colpa, ci siamo occupati di comprendere il meccanismo e individuare strategie per disinnescare il senso di colpa derivato dal sentire di aver infranto una regola morale o religiosa. Il terzo e ultimo tipo di senso di colpa è forse il più complesso, il più strisciante e, a lungo andare, il più deleterio: il senso di colpa del Pensiero, ovvero sentirsi in colpa per aver solo provato o pensato a qualcosa o a qualcuno.
Più che molte spiegazioni riporto come esempio del senso di colpa del pensiero, il racconto di una mamma:
Sono preoccupata per Il mio bambino: si sente in colpa nei confronti di suo padre perchè, dopo un anno che il mio compagno è nella nostra vita quotidiana, sente di volergli bene.
Sentirsi in colpa per aver solo pensato o sentito qualcosa. E non c’è nessuna regola morale infranta in questo caso, non c’è nessuna pressione sul bambino da parte di persone significative vicino a lui. Eppure, il piccolo, che ha già formato dentro di sè un proprio sistema valoriale, sente in qualche modo, in un modo che non comprende a pieno forse, di tradire un affetto per lui fondamentale.
Nella sua testa, in qualche modo, si è detto che il suo affetto speciale deve andare ad una sola figura maschile. Eppure, pensa che prova affetto per un altro uomo che non è suo padre. E cosa prova allora questo bambino? Colpa e forse vergogna.E forse, mette in atto una serie di comportamenti riparatori perchè, come detto nel precedente articolo, il senso di colpa attiva il Guardiano Indesiderato e finchè non c’è una forma di riparazione, non si placherà.Quante volte ci siamo sentiti in colpa per aver pensato,desiderato, fantasticato, progettato, odiato, amato, gioito?
[content_band bg_color=”#3b6e8f” border=”all”] [container style=”color:#fff;padding-top:10px”]COSA POSSIAMO FARE PER DISINNESCARE UN ECCESSIVO SENSO DI COLPA DEL PENSIERO[/container] [/content_band]
- Rivedere il potere magico dato al pensiero. Pensare non significa fare. L’azione è una cosa diversa che esce dal nostro confine mentale e ha degli esiti reali su ciò che ci circonda.
- Ridimensionare la gravità data al pensiero. Si possono pensare cose spiacevoli, o brutte, o troppo belle, ma questa non è necessariamente una colpa. Fa parte del vivere.
- Abbassare la pretesa di controllo sui nostri pensieri e sentimenti. Il sub conscio e il preconscio hanno delle vie di espressione che eludono sistematicamente controllo cosciente.
- Accettare di aver avuto quel pensiero. é successo, può succedere. Di per sè non è una colpa.
Provate a cambiare prospettiva. Funziona!
Eliana Pellegrini